A cavallo tra le quattro regioni la natura esprime il suo lato migliore, con la catena dei Sibillini e quella del Gran Sasso. E lungo gli antichi percorsi dei pastori e dei contadini si possono scoprire  paesi, panorami, paesaggi, flora, fauna, tradizioni folcloristiche e culinarie di grande valore.

PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini  tutela il massiccio montuoso omonimo estendendosi tra le regioni di Marche  e Umbria, quattro provinceAscoli PicenoFermo, Macerata, Perugia e 16 comuni. Il Parco è crocevia di antichissime tradizioni gastronomiche: la civiltà pastorale  si unisce alla norcineria (lavorazione delle carni suine di cui l’Umbria è capitale indiscussa) e l’agricoltura resiste, con alcune produzioni simbolo, come la lenticchia di Castelluccio.

I Monti Sibillini si ergono nel cuore dell’Italia fino a raggiungere, con il Monte Vettore i 2.476 m. È qui, nel regno della mitica Sibilla, che nel 1993 è nato il Parco Nazionale Monti Sibillini (oltre 70.000 ha) con lo scopo di salvaguardare l’ambiente, promuovere uno sviluppo socio-economico sostenibile e favorire la fruizione ad ogni categoria di persone.  Lupo, aquila reale, falco pellegrino e numerose specie endemiche sono i segni più evidenti di una diversità e di una ricchezza biologica che, unitamente al fascino delle abbazie e dei centri storici medioevali, disseminati a guisa di corona alle falde del gruppo montuoso, hanno contribuito a determinare un mondo antico e suggestivo dove il tempo sembra, ancora oggi, essersi fermato per rendere omaggio a una realtà di così straordinaria bellezza. Un’istituzione non a carattere vincolistico, ma un’occasione reale per il recupero di tutti quei valori che determinano l’identità naturalistica, culturale e storica dei Sibillini,  per garantire uno sviluppo razionale e duraturo dell’area. Ciò nella piena coscienza che questo territorio è frutto di un millenario e attento lavoro, che va apprezzato e valorizzato, d’integrazione fra le forze della natura e quelle dell’uomo e che come tale va tramandato alle future generazioni. Moltissimi sono i sentieri percorribili, tanti dei quali seguono i tracciati dei pastori che dovevano arrivare fino ai pascoli e alle praterie in quota. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è “un parco per tutti” ma  anche escursionisti esperti ed esigenti possono avventurarsi verso mete più difficili.

Per scoprire i Sibillini, anche in camper, in moto o in auto, è stata individuata la Grande Via del Parco, un itinerario di oltre 190 km, realizzato su strade esistenti e tutte percorribili in auto, moto e camper per un appagante viaggio di più giorni. È divisa in quattro tappe: da Visso a Fiastra, da Fiastra ad Amandola, da Amandola ad Arquata del Tronto, da Arquata del Tronto a Visso. Alla Grande Via sono connessi altri sei itinerari ad anello individuati in modo di permettere una visita completa dell’intero territorio del parco, per un totale di 450 chilometri.

Il Grande anello dei Sibillini è invece un percorso da fare a piedi o in bici, in quattro o cinque giorni, spostandosi da un rifugio all’altro per un totale di 120 chilometri. Inoltre sono stati individuati 14 itinerari ad anello, ognuno dei quali puo essere realizzato in un giorno,  Tutti consentono di viaggiare lungo strade e sentieri in origine costruiti per i contadini, i muli dei boscaioli, gli scarponi dei pastori e i sandali dei pellegrini.

Questi monti si presentano attraenti anche per chi ama il mistero: da essi e dai loro luoghi nascosti sembrano nascere le leggende della Sibilla nelle sue doppie vesti di profetessa e di seduttrice.

Sui Monti Sibillini si producono salumi straordinari – coppe di testa, lonze e capocolli, salami lardellati, prosciutti – e formaggi altrettanto gustosi – pecorino, ricotte (fresche o stagionate), caprini o misti. Questo territorio incontaminato offre inoltre antiche varieta di mele, eccellenti produzioni di miele, tartufi, funghi (russole, boleti, amanite, finferli), castagne, ceci, cicerchie, trote (allevate nel torrente Nera), farine (di grano, di granoturco e di roveia), pane cotto nel forno a legna, biscotti e, per finire, i due tradizionali fine pasto della zona: il Mistrà e il Vino cotto.

Comuni

  • Provincia di Macerata
    Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Pieve Torina, San Ginesio, Ussita, Valfornace, Visso
  • Provincia di Ascoli Piceno
    Arquata del Tronto, Montegallo, Montemonaco
  • Provincia di Fermo
    Amandola, Montefortino
  • Provincia di Perugia
    Norcia, Preci

PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E DEI MONTI DELLA LAGA

Il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga è un comprensorio istituito nel 1991, terza riserva naturale protetta più grande d’ Italia per estensione territoriale.

Comprende tre regioni (Marche, Abruzzo e Lazio) e 5 province (L‘Aquila,Teramo, Pescara,Ascoli Piceno e Rieti) e 44 comuni, coprendo una superficie di 150.000 ettari e offre un grande numero di itinerari e visite per ogni stagione grazie alla ricchezza dei suoi habitat, dei suoi massicci e grazie a tutte le evidenze storico-architettoniche che presenta. Il parco comprende  tre gruppi montagnosi: la catena del Gran Sasso d’Italia, il massiccio della Laga e i Monti Gemelli. Il Parco è inoltre caratterizzato dalla presenza del più alto picco degli Appennini, il Corno Grande (2.912 metri). In questa catena si trova l’unico ghiacciaio degli Appennini, il Calderone, che è anche il ghiacciaio più a sud d’Europa.

Abitato da millenni, il territorio tutelato oggi dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga reca tracce e testimonianze di eccezionale valore storico-culturale. Un patrimonio ricchissimo e vario, che va dal Neolitico al periodo italico e romano, dal Medioevo al Rinascimento, integrando reperti, siti archeologici, castelli, borghi fortificati, chiese, abbazie, eremi e mulini. Qui i prodigiosi tesori della natura convivono da millenni con un rilevante patrimonio culturale. E borghi antichi, siti archeologici, castelli, santuari, abbazie, chiesette rupestri, eremi e grotte costellano i sorprendenti paesaggi montani del Parco, una natura eccezionalmente ricca di  foreste, sorgenti,  cascate, praterie, altopiani, vertiginose creste e impressionanti pareti rocciose. Ѐ un’immensa risorsa, fatta anche di artigianato, produzioni tipiche, enogastronomia e folklore, da tutelare e valorizzare.
Il Parco è un giacimento di produzioni enogastronomiche locali antiche e peculiari, legate alla storia dell’uomo in ambienti incontaminati e sovente inospitali. Tali produzioni costituiscono oggi le materie prime d’eccellenza di una gastronomia che ha mantenuto gelosamente un rapporto autentico e vitale con il territorio. Essa racconta, distretto per distretto, storie di agricoltura e pastorizia di montagna, di sano ed intelligente utilizzo dei frutti offerti dalla natura, del bosco, del sottobosco e dei prati, tramandate con cura e passione fino ad oggi.

Sono stati individuati itinerari da percorrere a piedi, a cavallo, in bici e in auto. Oltre ai sentieri d’alta quota che conducono verso il Corno Grande (altopiano di campo Imperatore), il Monte Gorzano e le cime più elevate, percorribili in sicurezza solo d’estate, nel Parco è possibile fare l’esperienza di escursioni di vario livello e difficoltà. Si possono percorrere centinaia di sentieri segnati, realizzati con il contributo del Club Alpino Italiano, che includono anche itinerari di ampio respiro, come l’Ippovia del Gran Sasso ed il Sentiero Italia. Si offrono inoltre passeggiate panoramiche, camminate pedemontane tra borghi medievali e uliveti e numerosi itinerari tematici che conducono a eremi, mulini ad acqua, cascate, sorgenti, castelli e necropoli e luoghi di produzioni enogastronomiche. Molti di questi percorsi sono possibili solo in primavera e in autunno, mentre alcuni possono essere affrontati anche d’inverno, quando la presenza della neve richiede tuttavia di calzare i ramponi o gli sci.

Comuni

Parco Regionale Colfiorito

Antica armonia tra attività agricole e ambiente naturale, che si svela tra ampi altipiani dalle dolci ondulazioni in cui si alternano ambienti umidi, boschi, pascoli e campi coltivati. I Piani di Colfiorito o altopiani Plestini sono costituiti da sette conche carsiche, occupate in epoche lontane da laghi. La Palude di Colfiorito è attualmente l’unica zona degli altopiani dove l’acqua permane tutto l’anno, subendo solo oscillazioni stagionali di livello. Gli altri piani vengono allagati temporaneamente solo a seguito delle piogge. La palude è punto di riferimento per un gran numero di uccelli che qui nidificano. Per questo nel 1995 la Regione Umbria ha deciso di proteggerla con l’istituzione di un Parco regionale. È inserita nella Convenzione Ramsar che ne sottolinea l’importanza internazionale per gli aspetti naturalistici ed è individuata come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) dalla Comunità Europea per l’importanza della comunità di uccelli presente.

Il comprensorio comprende nove comuni, in provincia di Perugia:

Foligno, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Montefalco, Nocera Umbra, Sellano,Spello, Trevi,Valtopina.